Tre gioielli d’oriente, tre destini differenti

by savesammezzano

La perfetta armonia delle forme e dei colori presenti nelle architetture orientali influenzò notevolmente la vita di tre grandi uomini italiani di inizio Ottocento, di cui purtroppo si parla ancora troppo poco: il bolognese Cesare Mattei (1809 – 1896), il fiorentino Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona (1813 – 1897) ed il varesino Cristoforo Benigno Crespi (1833 – 1920). Tre intellettuali facoltosi che modificarono o, nel caso di Crespi, edificarono la propria residenza di famiglia adeguandosi allo stile orientale da cui rimasero affascinati.

Cesare Mattei nacque a Bologna l’11 gennaio 1809 da una famiglia facoltosa e questo gli consentì di entrare in contatto con i più grandi pensatori e studiosi del tempo. Studiò l’omeopatia ma la morte della madre lo provò duramente e si ritirò a vita privata nella tenuta di Vigorso. Poco dopo acquistò i terreni dove sorgevano le rovine dell’antica rocca di Savignano ed il 5 novembre del 1805 pose la prima pietra del Castello che avrebbe chiamato successivamente “Rocchetta”, dove  si mescolano stili diversi, dal moresco al medievale.

Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona nacque invece a Firenze il 10 marzo 1813 da una delle famiglie più facoltose della città. Fu un uomo poliedrico, mecenate e collezionista d’arte, studioso dell’Architettura, dell’Ingegneria e della Botanica.

Deluso e amareggiato dalla corruzione della politica del tempo, si ritirò a vita privata e tra il 1842 ed il 1890 stravolse completamente l’aspetto seicentesco della villa di famiglia a Leccio (Comune di Reggello, Firenze), modificandone la struttura preesistente e facendone un gioiello dell’architettura eclettica: il Castello di Sammezzano.

Infine Cristoforo Benigno Crespi il più giovane dei tre, nato il 18 ottobre 1833 a Busto Arsizio da una famiglia di imprenditori tessili. Continuò la tradizione familiare lavorando tutta la vita nel settore tessile e nel 1879 fece costruire la propria residenza estiva ad Orta San Giulio, affidando il progetto all’architetto Angelo Colla che edificò Villa Pia in onore di Pia Travelli, moglie di Crespi, in perfetto stile moresco, che successivamente prese il nome di Villa Crespi.

Esiste un filo conduttore lega questi tre magnifici Castelli, sorti dalla volontà di portare in Italia la meraviglia di un mondo lontano. La Rocchetta Mattei e Villa Crespi hanno un passato comune a quello del Castello di Sammezzano, ma la loro storia ha un lieto fine che purtroppo per Sammezzano facciamo fatica ancora a vedere. Mentre La Rocchetta Mattei dopo anni di abbandono è stata acquistata nel 2006 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e ha riaperto al pubblico nell’agosto del 2015, Villa Crespi è sempre stata dimora di ricchi intellettuali e oggi ospita un hotel e un ristorante diretti dal noto chef Antonino Canavacciuolo.

C’è da chiedersi perché proprio il Castello di Sammezzano è stato dimenticato per tutti questi anni?

 

Testo a cura di Lucrezia Giordano, storica dell’arte di Save Sammezzano

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