FAI, niente contributi per Sammezzano

by savesammezzano

Ieri sono stati resi pubblici i progetti che verranno realizzati con i contributi economici dovuti dal FAI ai luoghi più votati presso la 10° edizione de “I Luoghi del Cuore”, censimento nazionale promosso proprio dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

Da quanto si è potuto leggere, al Castello di Sammezzano sarebbero teoricamente spettati 45.000 € in quanto si è classificato 2°. Somma che si sarebbe potuta eventualmente aggiungere agli altri 55.000 € che ha vinto dopo essersi classificato 1° nell’8° edizione del medesimo censimento, svoltasi nel 2016.

Ma Sammezzano non godrà di nessuno di questi due contributi, in quanto è lo stesso FAI a spiegare che: “Resta invece congelato il contributo di 45.000 euro per il Castello di Sammezzano a Reggello (FI), al 2° posto della classifica nazionale con 62.690 voti, la cui attuale situazione proprietaria – a fine 2019 è tornato proprietà della Sammezzano Castle Srl, uscita da una procedura di fallimento, società di cui non sono noti programmi di lungo termine e in particolare l’intenzione di mantenere una fruizione pubblica, anche parziale, dell’edificio – non consente l’erogazione di finanziamenti de “I Luoghi del Cuore”.

Noi di Save Sammezzano, quando abbiamo promosso in collaborazione con il Comitato FPXA e con il Comune di Reggello la raccolta voti che ci ha fatto ottenere il 2° posto nella 10° edizione del censimento, già sapevamo che Sammezzano non avrebbe potuto fruire del contributo economico.

Ma questo no perché non fosse chiaro l’assetto proprietario del bene o le intenzioni della proprietà in merito, ma semplicemente perché l’accesso al contributo non era previsto per le proprietà private.

E’ infatti lo stesso regolamento del 10° censimento ad indicare che i contributi: “potranno essere erogati solo a enti senza scopo di lucro e ad enti pubblici, non a persone fisiche o enti profit”, e quindi non a proprietà private.

Pertanto non si capisce perché il FAI faccia riferimento alla situazione proprietaria di Sammezzano, quando in realtà è il regolamento redatto dallo stesso FAI che, anticipatamente, aveva già indicato l’impossibilità di Sammezzano di usufruire di tale contributo economico in quanto proprietà privata.

Per noi la nuova raccolta voti non aveva infatti il fine di ottenere il contributo economico messo in palio, ma di dare ulteriore visibilità alle necessità di recupero di Sammezzano, affinché la situazione si evolvesse positivamente. L’unica cosa che però ne è conseguita è che Sammezzano è stato aperto al pubblico in occasione delle giornate FAI di primavera 2021, attività che però è stata pressoché fine a se stessa, senza contare che le donazioni raccolte in tale occasione sono andate direttamente al FAI, mentre invece sarebbe stato giusto (e anche logico) che fossero investite in attività di restauro di Sammezzano.

Di tutt’altra idea siamo invece quando parliamo del contributo economico dovuto a Sammezzano a seguito della vittoria che abbiamo ottenuto oltre 5 anni fa, come unico soggetto promotore della raccolta voti, durante l’8° edizione del censimento.

Il regolamento de “I luoghi del cuore 2016”, infatti, lasciava libero utilizzo delle risorse messe in palio (nel nostro caso abbiamo vinto 55.000 € a favore di Sammezzano) anche per progetti di valorizzazione relativi luoghi che erano di proprietà privata.  

Ciononostante, anche quella volta, il FAI volle congelare il premio in attesa che la situazione proprietaria fosse chiarita.

Tuttavia esistono decine di progetti che possono valorizzare un luogo, senza che però vi sia la stretta necessità che la sua “situazione” proprietaria sia “allineata” con le intenzioni del FAI, o fosse in chissà quale modo chiarita.

Tanto per fare qualche esempio concreto, 55.000 € sarebbero stati più che sufficienti a finanziare:

– la pubblicazione e diffusione di un libro su Sammezzano

– l’avvio di una campagna di sensibilizzazione maggiormente strutturata a favore del recupero di Sammezzano

– la redazione di un business plan autorevole e convincente che, nel periodo in cui Sammezzano fu all’asta, sarebbe stato uno strumento utile ad incentivare l’interesse di potenziali acquirenti

– la realizzazione di una serie di mostre fotografiche da allestire in varie città d’Italia

– l’organizzazione di una serie di conferenze pubbliche con professionisti di settore

– l’istituzione di una Fondazione (Es. Fondazione Sammezzano) che abbia come obiettivo recupero e fruibilità di Sammezzano

– la realizzazione di un documentario professionale su Sammezzano

– l’organizzazione di numerosissime visite pubbliche presso Sammezzano (accessi che questa volta avrebbero però potuto prevedere, da parte dei visitatori, donazioni volte ad attività di restauro di Sammezzano)

– molto altro ancora

Dunque, se ci fosse stata la chiara volontà di far qualcosa di sicuramente più concreto che stare ad aspettare chissà quale chiarificazione o sviluppo della situazione, le idee e gli strumenti ci sarebbero stati.

L’unica cosa certa è che evoluzioni positive, dal 2016 ad oggi, non ci sono affatto state. E nel frattempo i “contributi” giustamente spettanti a Sammezzano se ne restano “congelati”, e quindi del tutto inutili, invece che essere usati in decine di attività di valorizzazione, che sarebbero comunque state meglio che restarsene con le mani in mano ad aspettare non si sa bene cosa.

E’ certo che le decine di migliaia di persone che hanno votato Sammezzano vorrebbero che quei 100.000 € complessivi fossero spesi in progetti di valorizzazione di Sammezzano, qualunque essi siano, anziché starsene “congelati” a prendere la polvere.

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2 Commenti

Paola Novembre 15, 2021 - 5:13 pm

Gran bell’articolo di cui condivido ogni parola.
Che […]il FAI faccia riferimento alla situazione proprietaria di Sammezzano[…] lo interpreto come “suggerimento” per l’attuale proprietà di valutare soluzioni diverse dall’oblio in cui versa l’intero complesso.
Che non li esenta da responsabilità e costi.
Sicuramente la Brexit ha creato qualche problema nella gestione extra UE del complesso, ma dovranno decidere cosa farne, prima o poi.
Oppure è un invito non troppo velato agli enti pubblici locali affinché si muovano, come fu per Villa Le Maschere in Mugello, con un procedimento di esproprio e di recupero anche grazie al suo divenire “pubblico bene” che sbloccherebbe le somme congelate dal FAI.. Strada percorribile se si vuole davvero salvarlo.

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Cioni lucia Novembre 16, 2021 - 6:08 pm

Spero che diventi visitabile ! privato o non !!, Magari almeno in determinate date e su prenotazione

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