L’estate Versiliana di Moses Levy

by savesammezzano

La Versilia è la meta estiva per eccellenza ancora oggi, se tutto questo è possibile lo si deve sicuramente anche ai dipinti di Moses Levy che innamorato di Viareggio è divenuto il poeta del mare.

Quando vedi i dipinti di Moses Levy sai subito di andare incontro alla stagione estiva. Con le sue opere, infatti, il raffinato pittore anticipava il sapore del mare. Nato a Tunisi, iniziò, tra agli anni ’20 e ’30, a dipingere spiagge e bagnanti, scoprendo, tra corpi nudi, razze miste e problematiche politiche del tempo, la bellezza dell’estate in Versilia, dove peraltro morì.

Di padre londinese e madre toscana, Moses iniziò i suoi studi a Lucca con il suo amico Lorenzo Viani per poi proseguirli all’Accademia di Belle Arti. Inizia ad appassionarsi al nudo e alle forme geometriche e a dipingere i “non luoghi” e i suoi soggetti umani: stabilimenti balneari, donne borghesi, giovani ragazze, vivaci souk arabi e bagnanti in movimento.

Di Moses Levy – Collezione D’ArteLorenzo Pacini (LU), CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=41744152

In quegli anni, l’Italia, grazie a Moses, scopriva la villeggiatura al mare e Viareggio inizia a divenire luogo di culto per i vacanzieri estivi. Moses diventa così “il poeta del mare”, grazie alle forme dolci delle sue opere, alle luci che risaltano tutte le sfumature marine, al bianco degli ombrelloni e al rossore della pelle dei bagnanti. E Viareggio diventa, così, la sua città di adozione. Partecipa inoltre alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma e tra il ’40 e il ’50 numerose sono le sue esposizioni in Italia, ma anche a Tunisi, in Francia, Danimarca e Svezia. Attento ai cambiamenti sociali e a quelli dei suoi colleghi, con Moses si abbandona la luce della pittura di fine Ottocento e ci si cala nella modernità del secolo successivo.

A causa del fascismo, il pittore fu costretto a lasciare l’Italia e visse tra Nizza e Parigi.

Ritorna nel ’62 in Versilia, dove gli venne conferita una medaglia d’oro solo sei anni dopo la sua morte. Viene definito da Filippo De Pisis “pittore marginale ma non scontato”: un occhio attento e clinico che non disturbava la quiete dei passanti, esaltando il colore naturale dell’ambiente e dei suoi personaggi, apparentemente in movimento. Sostenitore delle rassegne romane di “Arte d’Avanguardia” con Carrà, De Chirico e molti altri.

Ogni schizzo rappresentava quattrini: oggi i suoi dipinti vengono quotati all’asta ad un prezzo medio alto, da 2500 a oltre 4000 euro, molto più di quelli del suo compagno di scuola Lorenzo Viani, da 500 a 1200 euro .Tra le sue maggiori opere ricordiamo Estate (1918), Giovanette nell’acqua (1919), L’ombrellone bianco (1919), bagnanti (1933), donna e cane al mare (1921), fidanzata araba (1925), madre e figlia sulla spiaggia (1919), spiaggia e figure a Viareggio (1921).

Si ringrazia Zerkalo Spettacolo per il focus su Moses Levy e l’estate versiliana.

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