La bellezza del patrimonio artistico Italiano e l’immenso valore dell’artigianato nostrano si ritrovano non solo nelle opere architettoniche, pittoriche e scultoree ma anche in elementi d’arredamento preziosi quali i pregiati pavimenti di recupero presenti in moltissimi musei, monumenti e castelli del territorio.
Il pavimento oggi rappresenta un elemento fondamentale tanto nell’architettura destinata ad abitazioni private quanto nell’architettura museale: se nel primo caso costituisce un ponte tra esigenze estetiche contemporanee e recupero di un passato imponente, nel caso di monumenti e musei, il pavimento rappresenta un’ulteriore traccia di Storia , tradizione e cultura. Essenzialmente un gioiello moderno che rappresenta tutto il valore sia nella progettazione che nell’arredamento dell’epoca, simbolo di fasti e di imprese che difficilmente si possono ripetere al giorno d’oggi.
Oggi in parole moderne, il castello di Sammezzano potrebbe essere inserito nella classifica dei luoghi al top sia per la bellezza esterna sia per l’arredamento interno, un mix di classe e di bellezza che non potrebbe riuscire a mixare nemmeno il miglior esperto di interior design.
Il Castello di Sammezzano
Tra le opere che conservano pavimentazioni importanti troviamo il suggestivo castello di Sammezzano, situato a Leccio, nel comune di Reggello, in provincia di Firenze.
Il castello fu costruito sulla sommità di una collina e già nel IX secolo svolgeva il ruolo di fortezza medievale.
A partire dal 1000 la proprietà di tutta la tenuta passò a varie famiglie di nobili finché nel 1596 il Granduca Ferdinando I de’ Medici vendette la tenuta di Sammezzano a Ferdinando di Odoardo Ximenes di Aragona.
Nel 1816 morì Ferdinando, l’ ultimo erede della famiglia Ximenes d’Aragona e la proprietà passò ai Panciatichi, nello specifico al marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona figlio di Pietro Leopoldo, primogenito di Vittoria Ximenes d’Aragona, sorella del defunto Ferdinando e moglie del nobile pistoiese Niccolò Panciatichi.
L’architettura originale fu, per così dire “rivoluzionata”, dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona il quale modificò la struttura preesistente sulla scia della corrente dell’ Orientalismo.
Ad oggi il castello di Sammezzano è il principale esemplare europeo di architettura eclettica di corrente orientalista, corrente che conobbe grande fortuna nel territorio fiorentino.
Nel castello sono presenti 365 stanze, una per ogni giorno dell’anno.
Tutte le 365 stanze del Castello di Sammezzano, sono state costruite da maestranze locali con materiali realizzati in loco presso alcune fornaci che il Marchese fece costruire a Leccio (frazione di Reggello dove si trova il castello).
In tutto il castello sono presenti bellissime pavimentazioni che, sicuramente chi se ne prenderà cura o, eventualmente, una nuova proprietà, dovrà sistemare, utilizzando prevalentemente pavimentazioni antiche di recupero per preservare l’antico splendore del castello, cosi come progettato dal marchese nella seconda metà del 1800.
Le due sale principali sono la Sala dei Pavoni e la Sala da Ballo.
La Sala dei Pavoni
La Sala dei Pavoni è molto colorata, proprio come il volatile da cui prende il nome.
E’ stata costruita sull’onda della corrente artistico-architettonica indiana moghul.
E’ caratterizzata da una decorazione “a ventaglio” che si estende dai pregiati pavimenti fino al soffitto, che ricorda la forma e la fantasia cromatica della coda di un pavone, uccello nazionale dell’India.
Inizialmente questa sala, per volere del Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes D’Aragona, svolgeva la funzione di sala da pranzo.
La Sala da Ballo
La Sala da Ballo, o Sala Bianca, è il più imponente salone italiano realizzato interamente in stile moresco.
Denominata anche Grande ottagono bianco per la sua forma ottogonale, è stata realizzata tra il 1863 e il 1867.
Questa informazione è deducibile da due scritte: una nell’intercapedine tra la cupola interna e la copertura vera e propria che dice: “Questa sala inventò ed eseguì l’ill.mo Marchese Panciatichi Ximenes d’Aragona nell’anno di nostra salute 1863” e l’altra “1867” nella chiave di volta degli archi.
E’ circondata da 24 capitelli oltre ad altrettante decorazioni in stile orientale.
La sala è ricca di motivi geometrici e floreali e al centro si trova una grata bianca circolare che è collegata ad un ambiente sottostante in cui si trova una palma di terracotta dalla quale un tempo zampillava l’acqua, cifra distintiva dell’architettura araba.
Come visitare il castello di Sammezzano
Anche se in passato e in alcune occasioni è stato aperto ai visitatori, attualmente il castello di Sammezzano non è visitabile a nessuno, complice la mancanza di una proprietà e la sua condizione critica, motivazioni che stanno spingendo sempre di più il nostro movimento ad aiutare la fase di ricerca di una nuova proprietà, che consenta di ultimare gli interventi di recupero e quelli di salvaguardia del castello, portandolo cosi alla libera fruizione per tutti.
1 Commento
Siamo una NetWorldEurope srl e vantiamo alcuni investitori a cui potremmo sottoporre il castello .
Scriveteci .
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