Chi era Marianna, la marchesa di Sammezzano?

by savesammezzano

Una storia particolare e sicuramente poco nota è quella di Marianna Panciatichi Ximenes d’Aragona Paulucci o anche meglio conosciuta come la Marchesa di Sammezzano, di lei ci sono poche tracce nei vari libri ma parliamo di una innovatrice che ha sicuramente dato il suo tocco alla storia italiana.

Una storia che rianima ancora le antiche mure del castello più famoso di Italia, anche in vista della interrogazione parlamentare presentata da Vittorio Sgarbi, ripercorriamo assieme la vita e la storia di Marianna, la marchesa di Sammezzano.

Una ricercatrice a Sammezzano

Figlia di Giulia De Saint Seigne e Ferdinando Panciatichi Ximenes. Risiede prevalentemente a Firenze, ma viaggia in tutta Europa. Tuttavia, non si conosce la sua formazione presso il collegio di Ripoli.

Il 3 febbraio 1835 nasce a Firenze Marianna Panciatichi Ximenes d’Aragona Paulucci. Morì il 7 dicembre 1919 castello di Sammezzano. Grazie ai suoi molteplici interessi per l’architettura, la fotografia, la botanica e l’orticoltura, ispirò la sua curiosità per la ricerca. All’età di 31 anni, nel 1866, pubblicò le sue prime ricerche scientifiche su un’importante rivista francese; in seguito avrebbe scritto di botanica, ornitologia e malacologia in particolare, materia in cui divenne una delle massime esperte italiane. Divenne nota a livello internazionale per le sue ricerche in malacologia, nata a febbraio, Marianna riflette su di sé le caratteristiche del segno zodiacale dell’Acquario

Gli ultimi decenni dell’Ottocento furono un periodo cruciale per la biologia teorica, quando venne proposta per la prima volta la teoria di Darwin sull’evoluzione delle specie. Anche a Firenze il dibattito scientifico sull’origine delle specie era vivace e vi partecipava Marianna Oddi, ornitologa e “bella donna dotata di vivace conversazione”, ovvero il nipote Ettore Arrigoni degli Oddi. L’accesa discussione con altri esperti sulla definizione di nuove specie e sul chiarimento dei loro confini era un appuntamento fisso. La naturalista fiorentina dimostrava le sue argomentazioni in un mondo in cui solo gli uomini erano autorizzati a farlo. I suoi numerosi viaggi in Italia e nel mondo portarono alla creazione di imponenti collezioni naturalistiche che furono poi donate a diverse istituzioni culturali fiorentine.

La sua vita è particolarmente legata ai magnifici luoghi di proprietà della famiglia Panciatichi, tra cui la sede del Consiglio Regionale a Firenze, Villa del Monte a San Gimignano e il castello di Sammezzano  a Reggello, solo per citarne alcuni.

Azioni nobili nel silenzio della storia

È improbabile che si sappia molto della vita personale e familiare di Marianna Paulucci, il cui padre e Alessandro Paulucci morirono nel 1897, obbligandola a occuparsi delle imprese di famiglia. Dalle sue lettere, sembra che l’infanzia difficile e solitaria nel collegio di Ripoli, l’allontanamento della madre per adulterio, i problemi di salute (probabilmente psicologici) della figlia, le spese stravaganti del marito, i contrasti con Alessandro e i disturbi cognitivi del fratello Bandino (che lo portarono a vivere una vita marginale in esilio negli Stati Uniti, da dove non sarebbe più tornato), abbiano determinato un’educazione difficile e impegnativa.

L’inchiesta ornitologica di Enrico Hyllier Giglioli a Novoli, San Gimignano e Reggello le permise di partecipare come delegata all’osservazione e allo studio dell’avifauna. Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1887, Marianna Panciatichi Ximenes fu richiamata agli impegni familiari e soprattutto all’amministrazione del patrimonio. A causa di questi eventi, fu costretta ad abbandonare quasi completamente gli studi naturalistici. Decise di donare le sue collezioni al Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, dove le fu dedicata una sala come Museo Paulucciano e dove sono tuttora conservati gli esemplari di malacofauna raccolti dalla marchesa. Di conseguenza, le collezioni botaniche furono assegnate all’Istituto Tecnico Galileo Galilei di Firenze (oggi Fondazione Scienza e Tecnica).

Valutazioni scientifiche

Non c’è concordanza sul peso scientifico di quest’opera. Nell’ultimo trentennio dell’Ottocento, in biologia si fecero importanti riflessioni teoriche, con l’affermarsi della teoria di Darwin e la specializzazione dei vari campi. Nonostante nella biografia di Ettore Arrigoni degli Oddi si sottolineino la sua mente brillante e la sua intelligenza acuta, i suoi interessi naturalistici e le sue collezioni sono stati dipinti come passatempi e conforti in tempi difficili. Alcuni studiosi considerano ancora queste attività come consolanti, mentre altri la criticano per non essere stata abbastanza ferma nel sostenere le sue convinzion.

Si tende a enfatizzare il peso scientifico della Marchesa sulla base delle sue pubblicazioni e della sua partecipazione a dibattiti specialistici (40 titoli). Le sue pubblicazioni sono caratterizzate da un tono incalzante e rigoroso, da un impegno meticoloso e zelante e dall’interscambio di idee con altri studiosi. Per il suo spessore scientifico, le sono state dedicate 30 specie e diverse pubblicazioni sul campo. Si è anche cimentata nella compilazione di una fauna malacologica italiana, anche se l’ha abbandonata, ma la realizzazione rimane tuttora insuperata. Si è distinta come strenua difensora della libera circolazione delle idee e delle pubblicazioni tra gli scienziati. La continuità naturale darwiniana è duratura e si oppone all’identificazione routinaria di nuove specie, schierandosi con la scuola francese di Jules René Bourguignat in opposizione alla costanza delle specie.

Negli anni in cui produsse il primo elenco completo della fauna malacologica terrestre, fu alla pari di importanti zoologi professionisti che lavoravano nelle università e nei musei italiani. Il Castello di Sammezzano, che fu teatro della sua morte nel 1912, è una parte fondamentale del “vasto patrimonio architettonico e culturale della tenuta, che deve essere salvaguardato e valorizzato”

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