Sala di ingresso – Castello di Sammezzano La sala del “Non Plus Ultra”
Sala di ingresso – Sammezzano
Il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona introduceva i suoi ospiti alla visita del proprio Castello, immergendoli già da questa Sala nel suo sogno d’Oriente.
L’occhio si perde tra i mille colori, le forme e gli specchi che decorano l’intera sala.
Due emblemi araldici incoronati ricordano le casate dei Panciatichi e degli Ximenes, alle quali il marchese apparteneva. In questa sala infatti ricorrono spesso le iniziali “P.X.”, Panciatichi Ximenes, non sempre facili da identificare perché in perfetta sintonia con le decorazioni.
Attorno alla porta che conduce alla Sala dei Gigli si cela una grande scritta a caratteri gotici, dalla quale emerge la personalità forte e spigolosa del marchese:
“Sempre l’uom non volgare e non infame o scavalcato o inutile si spense”.
Nella zona superiore della sala un magnifico ballatoio, il particolarissimo soffitto a cassettoni e le vetrate policrome che nelle giornate di sole illuminano la sala creando straordinari effetti di luce, in perfetta armonia con i colori e le forme delle decorazioni.
Due porte poste una di fronte all’altra presentano sull’architrave la scritta “Non plus ultra”, non si può andare
oltre, non esiste un luogo al mondo più bello di questo.
Nell’intradosso delle porte si legge l’anno di realizzazione della sala:
“Questa Sala inventò ed eseguì il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona l’anno di nostra salute 1853”.
Testo a cura di Lucrezia Giordano / Foto di Cristina Mantovani e Fabrizio Maddaluni