L’acqua è un elemento che non può mai mancare nelle architetture d’ispirazione moresca.
Per la cultura islamica l’acqua, più di ogni altro elemento è un dono che va protetto, ritenuto benedetto perché purifica l’uomo. Per questo motivo, alcune moschee hanno al loro interno un cortile con una piscina di acqua limpida, in cui i fedeli sono chiamati a purificarsi: i musulmani devono infatti essere “puri” prima di poter entrare nei luoghi di culto.
L’acqua è citata moltissime volte nel Corano ed è presente anche quando si parla dell’idea di paradiso musulmano, dettagliatamente descritto nel testo sacro come un lussuoso giardino irrorato da deliziosi ruscelli: “E annuncia a coloro che credono e compiono il bene, che avranno i Giardini in cui scorrono i ruscelli” (Corano: 2;25).
Nell’Alhambra di Granada in Spagna (la cui foto fa da copertina a questo articolo), considerata tra i più importanti monumenti di architettura ed arte araba esistenti al mondo, l’acqua è un elemento fondamentale e ricorrente, un vero e proprio lusso per una popolazione abituata ai rigori del deserto. Al suo interno troviamo un cortile chiamato “Patio de los Leones”, circondato da un portico con 124 colonne di marmo bianco che si sviluppa intorno a quelle che erano le sale private del Sultano e delle sue spose. In queste sale le finestre sono aperte solo dal lato interno che guarda verso il giardino, come vuole l’idea musulmana del Paradiso.
Senz’altro il marchese Ferdinando Panciatichi doveva aver bene presente la magnificenza dell’Alhambra quando progettò la Sala da Ballo del Castello di Sammezzano. Nella Sala da Ballo infatti sono presenti molte analogie con il complesso monumentale spagnolo. La Sala è circondata da un porticato, questa volta circolare, formato da 24 colonne, con capitelli a muquarnas, tipica soluzione decorativa dell’architettura islamica. Le stanze del secondo piano del Castello, adibite negli anni 70 del Novecento a camere d’albergo, si affacciano all’interno del Salone, come da tradizione musulmana, ma hanno anche gli affacci all’esterno secondo lo stile occidentale. Infine al centro del grande Salone zampillava l’acqua: fu realizzata infatti una grata bianca circolare dalla quale usciva l’acqua in mezzo alla sala, una vera e propria fontana senza struttura esterna; l’acqua arrivava dal basso, infatti vi è un collegamento ad un ambiente sottostante in cui si trova una grande vasca in terracotta a forma di palma.
Chissà se sarà possibile un giorno rimettere in circolo l’acqua all’interno della Sala Bianca e poterla ammirare in tutta la sua bellezza.
Testo a cura di Lucrezia Giordano, storica dell’arte di Save Sammezzano