Oltre 2 anni fa abbiamo lanciato la mobilitazione per salvare il Castello di Sammezzano dall’incuria in cui versava da più di 25 anni. L’obiettivo finale era ottenere la tutela di tutta l’area e l’accessibilità pubblica del piano monumentale del castello.
Abbiamo fatto scoprire le sue meravigliose sale a chi ancora non le conosceva e abbiamo promosso molte iniziative per portare all’attenzione delle Istituzioni la vicenda di abbandono di un bene artistico, culturale e naturalistico unico e irripetibile ma ora è arrivato il momento di salvare sammezzano.
Tra queste, la più importante è senz’altro la vittoria nel censimento de “I Luoghi del Cuore” del FAI.
Nel frattempo, dopo l’asta di maggio scorso, la Kairos S.r.l. (la società che nel 2016 ha rilevato i debiti della precedente proprietà), anche se è ancora in attesa dell’assegnazione definitiva del titolo di proprietà da parte del Tribunale di Firenze, di propria iniziativa e con risorse proprie, ha avviato i primi lavori di conservazione e tutela del Castello di Sammezzano per evitare che le intemperie aggravino una situazione già molto precaria.
Grazie a questo intervento, è stato salvato in extremis il tetto della Sala dei Gigli che stava per crollare.
Questo è solo l’inizio di un lavoro molto lungo e impegnativo per conservare, recuperare e restituire a nuova vita il Castello di Sammezzano e il suo Parco.
Un progetto di investimento che preveda il recupero per svariate attività turistico-ricettive, culturali e naturalistiche degli ampi spazi del corpo principale del Castello e dei numerosi annessi disseminati nel Parco di Sammezzano, accanto alla fruibilità pubblica del piano monumentale che la Kairos S.r.l. ha annunciato di voler garantire, è già di per sé molto complesso.
Ancor più complesso sarà il percorso per realizzarlo, tra le immaginabili difficoltà di progettazione su un bene così particolare, prezioso e articolato, e gli ostacoli (burocratici e non solo) che sicuramente non mancheranno, come in tutti i grandi progetti su beni di particolare pregio.
Per questo il Castello di Sammezzano ha ancora bisogno di grande visibilità.
Durante i “lavori in corso” non deve di nuovo cadere nell’oblio. Anzi.
Occorre fare pressione affinché siano accelerati i tempi per i lavori di restauro conservativo, per la fruibilità pubblica del piano monumentale e per il recupero di tutto il complesso.
Di conseguenza, proprio ora, più che mai, c’è bisogno che ancora più persone conoscano questo meraviglioso gioiello d’Oriente e che, a loro volta, lo facciano conoscere a tante altre persone, in un passaparola che avrà fine solo nella sua notorietà in tutti gli angoli della terra.
Tenere alta l’attenzione e diffondere la conoscenza è l’unica cosa che ora possiamo, e dobbiamo, fare come società civile affinché il Castello di Sammezzano sia salvato e reso visitabile nel più breve tempo possibile.
Dimostrare che ci sono milioni e milioni di persone che sognano di vederlo recuperato e di visitarlo e che, di queste, un’ampia quota verrebbe a visitarlo anche domani, è il modo migliore per spingere tutti gli attori in gioco (dalla Soprintendenza, agli Enti locali, alla Regione, alla stessa proprietà) a muoversi velocemente nella direzione che tutti ci auguriamo.
Per questo, quasi ogni giorno sulla nostra pagina facebook invitiamo tutti gli amanti della bellezza a contribuire, tutti insieme, a questo risultato. Più siamo e più contiamo.
Ci rivolgiamo soprattutto a coloro che ogni giorno ci chiedono se il Castello di Sammezzano è visitabile.
Al momento non lo è. Dobbiamo fare in modo che lo diventi il prima possibile.
Allora invitate tutti i vostri amici a mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook e condividete regolarmente i post che pubblichiamo ogni giorno e gli articoli del nostro sito.
L’obiettivo da raggiungere entro fine novembre è 120.000 “Mi piace” alla nostra pagina facebook.
E’ ambizioso ma fattibile, come altri obiettivi in cui credevamo fortemente e che abbiamo raggiunto perché
“Se un uomo sogna da solo, il sogno resta un sogno, ma quando tanti uomini sognano la stessa cosa il sogno diventa realtà”
(Mons. Helder Camara)